articolo Arredo giardino Illuminazione giardino
Realizzare l’impianto di illuminazione del giardino freccevenerdì 23 agosto 2013

L’impianto di illuminazione per il giardino o, comunque, per gli spazi esterni,  necessita di una progettazione, sia che l’impianto venga realizzato prima della sistemazione del giardino, sia che questo accada in un secondo momento. Se ci si affida ad una ditta specializzata, certamente si potrà contare su di un lavoro svolto alla perfezione, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, ma in tutti i casi è bene richiedere un progetto dettagliato nel quale siano riportate esattamente tutte le componenti dell’impianto stesso in modo da sapere sempre in quale punto e  a quale profondità passano i tubi che ospitano i cavi elettrici. Si tratta di una cosa molto importante perché in caso di scavi da effettuare successivamente per un qualsiasi motivo, non si corra il rischio di tranciare o danneggiare qualche cavo elettrico con il rischio, oltre tutto, di restare folgorati.

Lo stesso discorso vale, ovviamente, se l’impianto  viene effettuato in totale autonomia, cosa che un buon fai da te è oggi in grado di fare, grazie anche ai tanti materiali disponibili sul mercato. Basta infatti rivolgersi ad un negozio specializzato, o meglio, ad un grande centro commerciale dedicato alla casa e giardino e al fai da te, per avere tutti i consigli e le indicazioni circa i materiali da utilizzare, i misure di sicurezza, l’impiantistica ed altro ancora.

Passiamo alla realizzazione del lavoro
Se l’impianto lo si realizza per proprio conto e in un giardino già realizzato, la prima cosa da fare è quella di munirsi di un bel foglio di carta millimetrata su cui riportare in scala la pianta del giardino, con la disposizione degli alberi, siepi, eventuali vasche o la piscina, il gazebo, insomma tutto ciò che è presente nello spazio verde. Fatto questo, una volta deciso quali zone vanno illuminate e in che modo, si traccia sullo schema realizzato in precedenza, il percorso che seguiranno i tubi nei quali passeranno i cavi elettrici, con la posizione anche delle varie cassette di derivazione, dei punti luce, delle eventuali prese che sempre occorrono in un giardino, soprattutto se si possiedono attrezzi elettrico quali il tagliasiepi, una sega a gattuccio e altro ancora.

Fatto questo, si procede allo scavo per la posa dei tubi che ospitano i cavi elettrici. Se si deve scavare in una zona riservata a prato, non è un grosso problema perché, con l’aiuto di una vanga e di un coltello affilato, è possibile ritagliare delle strisce di prato che possono essere asportate senza che queste vengano danneggiate, strisce che poi potranno essere rimesse tranquillamente  in posizione. Stendere sul lato dello scavo un telo, in plastica o di altro materiale è indifferente, sul quale si andrà a depositare la terra dello scavo man mano che si procede nel lavoro, in modo da non sporcare il resto del tappeto erboso e anche per avere nuovamente a disposizione lo stesso quantitativo di terreno asportato. Una volta posati i tubi, che è meglio prevedere di dimensioni generose, tubi che vanno uniti tra loro anche con l’aiuto dell’apposito collante o silicone, per evitare che vi possa penetrare dell’acqua,  si rimette il terreno a suo posto provvedendo a compattarlo man mano che si procede con il riempimento dello scavo. È meglio utilizzare i tubi corrugati, che vengono venduti in rotoli,  in quanto sono più adatti allo scopo e più comodi e sopportano oltre tutto anche eventuali adattamenti del terreno senza danneggiarsi.

Quando si effettua un qualsiasi scavo, il terreno perde la sua compattezza che aveva acquisito nel corso del tempo, e per evitare che poi,  una volta riempito nuovamente, questo possa  generare degli avvallamenti, è necessario compattarlo molto bene, anche utilizzando dell’acqua. Una volta riempito lo scavo, si rimette in posizione la striscia di tappeto erboso tolto precedentemente, e tutto tornerà come prima. Naturalmente, è necessario proteggere con un cappuccio di plastica o di carta o con del nastro adesivo i due capi del tubo per evitare che vi possa entrare del terreno durante il lavoro.

I punti luce e le scatole di derivazione
A distanze regolari, in tutti i casi compatibili con la lunghezza di una molla passacavi, quindi non oltre i 12-15 m, vanno posizionate le cassette di derivazione che, ovviamente,  devono essere per esterno e quindi stagne, e devono essere inglobate nel muro perimetrale, nel muretto di un’aiuola o in qualsiasi altro manufatto presente in giardino, Se non ve ne sono di disponibili, sarà necessario realizzare dei piccoli muretti rivestiti in pietra, di almeno 40-50 cm di lato e di altezza adeguata, che potranno poi essere in un certo senso celati da una pianta ricadente posta in un vaso o ciotola poggiata sulla superficie dei muretti stessi.  Sullo stesso muretto sarà poi possibile prevedere anche una presa che potrebbe in futuro risultare utilissima, sempre del tipo stagno, ed un eventuale interruttore, la dove necessario, con cui poter accendere-spegnere determinate aree del giardino.

Al posto di questi muretti,  è possibile anche utilizzare gli appositi pozzetti per gli impianti elettrici del giardino, disponibili in varie forme, materiali e dimensioni , per cui si ha un’ampia possibilità di scelta. Tuttavia, tali pozzetti, che vanno interrati, presentano lo svantaggio che, in caso di manutenzione dell’impianto di illuminazione, è necessario lavorarvi in posizione non proprio comoda. In tutti i casi si tratta di una scelta personale e una soluzione vale l’altra.
Come detto in altro articolo, l’illuminazione non deve essere permanente, sia per risparmiare sui consumi, sia per rispettare  gli altri abitanti naturali del giardino che potrebbero essere disturbati da una illuminazione notturna artificiale. 

I punti luce vanno stabiliti in base alla zona da illuminare. Un conto, infatti, è illuminare un sentiero pedonale, altra cosa è l’illuminazione necessaria per un’area di sosta dove, presumibilmente, si potrebbe anche cenare nelle calde serate estive. Un vialetto pedonale va illuminato indirizzando la luce sul  vialetto stesso, in modo da  assicurare un percorso sicuro, senza il rischio di inciampare o urtare contro qualche ostacolo. La luce non deve essere nemmeno troppo forte, ma sufficiente a vedere bene il percorso. 

Una volta terminato il passaggio dei tubi, è necessario inserire i cavi elettrici che devono essere adeguati, come sezione, sia alla potenza delle luci che alla lunghezza dell’impianto. 
Più è lungo più grossi dovranno essere i cavi, e lo stesso vale per la potenza  assorbita dai punti luce, in quanto questo, non solo aiuta  a limitare i consumi, ma evita che i cavi elettrici possano surriscaldarsi con il rischio di fondere il rivestimento del conduttore stesso, cosa che potrebbe dar luogo a corto circuiti. Le giunzioni nelle scatole di derivazioni vanno effettuate utilizzando le apposite morsettiere, molto più sicure ed efficienti rispetto al semplice assemblaggio con nastro isolante.


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L’impianto di illuminazione per il giardino o, comunque, per gli spazi esterni,  necessita di una progettazione, sia che l’impianto venga realizzato prima della sistemazione del giardino, sia che questo accada in un secondo momento. Se ci si affida ad una ditta specializzata, certamente si potrà contare su di un lavoro svolto alla perfezione, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, ma in tutti i casi è bene richiedere un progetto dettagliato nel quale siano riportate esattamente tutte le componenti dell’impianto stesso in modo da sapere sempre in quale punto e  a quale profondità passano i tubi che ospitano i cavi elettrici. Si tratta di una cosa molto importante perché in caso di scavi da effettuare successivamente per un qualsiasi motivo, non si corra il rischio di tranciare o danneggiare qualche cavo elettrico con il rischio, oltre tutto, di restare folgorati.

Lo stesso discorso vale, ovviamente, se l’impianto  viene effettuato in totale autonomia, cosa che un buon fai da te è oggi in grado di fare, grazie anche ai tanti materiali disponibili sul mercato. Basta infatti rivolgersi ad un negozio specializzato, o meglio, ad un grande centro commerciale dedicato alla casa e giardino e al fai da te, per avere tutti i consigli e le indicazioni circa i materiali da utilizzare, i misure di sicurezza, l’impiantistica ed altro ancora.

Passiamo alla realizzazione del lavoro
Se l’impianto lo si realizza per proprio conto e in un giardino già realizzato, la prima cosa da fare è quella di munirsi di un bel foglio di carta millimetrata su cui riportare in scala la pianta del giardino, con la disposizione degli alberi, siepi, eventuali vasche o la piscina, il gazebo, insomma tutto ciò che è presente nello spazio verde. Fatto questo, una volta deciso quali zone vanno illuminate e in che modo, si traccia sullo schema realizzato in precedenza, il percorso che seguiranno i tubi nei quali passeranno i cavi elettrici, con la posizione anche delle varie cassette di derivazione, dei punti luce, delle eventuali prese che sempre occorrono in un giardino, soprattutto se si possiedono attrezzi elettrico quali il tagliasiepi, una sega a gattuccio e altro ancora.

Fatto questo, si procede allo scavo per la posa dei tubi che ospitano i cavi elettrici. Se si deve scavare in una zona riservata a prato, non è un grosso problema perché, con l’aiuto di una vanga e di un coltello affilato, è possibile ritagliare delle strisce di prato che possono essere asportate senza che queste vengano danneggiate, strisce che poi potranno essere rimesse tranquillamente  in posizione. Stendere sul lato dello scavo un telo, in plastica o di altro materiale è indifferente, sul quale si andrà a depositare la terra dello scavo man mano che si procede nel lavoro, in modo da non sporcare il resto del tappeto erboso e anche per avere nuovamente a disposizione lo stesso quantitativo di terreno asportato. Una volta posati i tubi, che è meglio prevedere di dimensioni generose, tubi che vanno uniti tra loro anche con l’aiuto dell’apposito collante o silicone, per evitare che vi possa penetrare dell’acqua,  si rimette il terreno a suo posto provvedendo a compattarlo man mano che si procede con il riempimento dello scavo. È meglio utilizzare i tubi corrugati, che vengono venduti in rotoli,  in quanto sono più adatti allo scopo e più comodi e sopportano oltre tutto anche eventuali adattamenti del terreno senza danneggiarsi.

Quando si effettua un qualsiasi scavo, il terreno perde la sua compattezza che aveva acquisito nel corso del tempo, e per evitare che poi,  una volta riempito nuovamente, questo possa  generare degli avvallamenti, è necessario compattarlo molto bene, anche utilizzando dell’acqua. Una volta riempito lo scavo, si rimette in posizione la striscia di tappeto erboso tolto precedentemente, e tutto tornerà come prima. Naturalmente, è necessario proteggere con un cappuccio di plastica o di carta o con del nastro adesivo i due capi del tubo per evitare che vi possa entrare del terreno durante il lavoro.

I punti luce e le scatole di derivazione
A distanze regolari, in tutti i casi compatibili con la lunghezza di una molla passacavi, quindi non oltre i 12-15 m, vanno posizionate le cassette di derivazione che, ovviamente,  devono essere per esterno e quindi stagne, e devono essere inglobate nel muro perimetrale, nel muretto di un’aiuola o in qualsiasi altro manufatto presente in giardino, Se non ve ne sono di disponibili, sarà necessario realizzare dei piccoli muretti rivestiti in pietra, di almeno 40-50 cm di lato e di altezza adeguata, che potranno poi essere in un certo senso celati da una pianta ricadente posta in un vaso o ciotola poggiata sulla superficie dei muretti stessi.  Sullo stesso muretto sarà poi possibile prevedere anche una presa che potrebbe in futuro risultare utilissima, sempre del tipo stagno, ed un eventuale interruttore, la dove necessario, con cui poter accendere-spegnere determinate aree del giardino.

Al posto di questi muretti,  è possibile anche utilizzare gli appositi pozzetti per gli impianti elettrici del giardino, disponibili in varie forme, materiali e dimensioni , per cui si ha un’ampia possibilità di scelta. Tuttavia, tali pozzetti, che vanno interrati, presentano lo svantaggio che, in caso di manutenzione dell’impianto di illuminazione, è necessario lavorarvi in posizione non proprio comoda. In tutti i casi si tratta di una scelta personale e una soluzione vale l’altra.
Come detto in altro articolo, l’illuminazione non deve essere permanente, sia per risparmiare sui consumi, sia per rispettare  gli altri abitanti naturali del giardino che potrebbero essere disturbati da una illuminazione notturna artificiale. 

I punti luce vanno stabiliti in base alla zona da illuminare. Un conto, infatti, è illuminare un sentiero pedonale, altra cosa è l’illuminazione necessaria per un’area di sosta dove, presumibilmente, si potrebbe anche cenare nelle calde serate estive. Un vialetto pedonale va illuminato indirizzando la luce sul  vialetto stesso, in modo da  assicurare un percorso sicuro, senza il rischio di inciampare o urtare contro qualche ostacolo. La luce non deve essere nemmeno troppo forte, ma sufficiente a vedere bene il percorso. 

Una volta terminato il passaggio dei tubi, è necessario inserire i cavi elettrici che devono essere adeguati, come sezione, sia alla potenza delle luci che alla lunghezza dell’impianto. 
Più è lungo più grossi dovranno essere i cavi, e lo stesso vale per la potenza  assorbita dai punti luce, in quanto questo, non solo aiuta  a limitare i consumi, ma evita che i cavi elettrici possano surriscaldarsi con il rischio di fondere il rivestimento del conduttore stesso, cosa che potrebbe dar luogo a corto circuiti. Le giunzioni nelle scatole di derivazioni vanno effettuate utilizzando le apposite morsettiere, molto più sicure ed efficienti rispetto al semplice assemblaggio con nastro isolante.


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