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Le dalie, da bordura o da aiuola, sono le regine dell'estate freccevenerdì 21 aprile 2017

La dalia, la regina dell'estate, è una pianta di origine messicana, che comprende numerose specie e moltissime varietà, dai fiori molto diversi per colore, forma e dimensioni. Le varietà vengono suddivise in due grandi gruppi: dalie da bordura e dalie da aiuola. La differenza fondamentale fra i due gruppi è che mentre le dalie da bordura si coltivano come fiori perenni, le dalie da aiuola si coltivano come annuali. Le dalie crescono bene in posizioni soleggiate e aperte e in terreno di medio impasto, ovvero né troppo leggeri né troppo pesanti, e ricchi di sostanza organica. Prima della piantagione, il terreno va lavorato profondamente e arricchito con letame o comunque con del concime organico. Tutti i tipi di dalia sono molto esigenti in fatto di acqua: durante l’estate vanno sempre abbondantemente annaffiate.

Dalie da bordura
Tutte le varietà sono piuttosto alte, vanno infatti dai 70 cm fino a 1,5 m, e sono adatte sia per decorare il giardino che per produrre fiori da taglio. Posseggono un organo sotterraneo ingrossato, comunemente detto “ceppa” che è in sostanza una radice tuberizzata in gradi di produrre fiori ogni anno, come del resto accade anche per tutte le bulbose. Tutte le varietà fioriscono in abbondanza e incessantemente da luglio fino ai primi geli. A seconda della forma del fiore le dalie da bordura vengono distinte in vari gruppi.

Dalie decorative: i fiori, leggermente appuntiti e ritorti, sono disposti a raggiera a formare dei capolini senza disco centrale che hanno un diametro che varia dai 25 ai 10 cm. Esistono varietà, e sono davvero tante, bianche, gialle, rosa, rosse, arancio, bicolori, bianco e rosso, e così via.
Dalie a palla: il capolino è a forma di palla, del diametro che va dagli 8 ai 15 cm, e i singoli fiori, petaloidei, hanno l’apice smussato. Esistono varietà con bellissime sfumature di colore.
Dalie pompon: simili alle dalie a palla, ma con i capolini più globosi e di dimensioni inferiori, circa 5 cm.
Dalie cactus: i capolini, il cui diametro va dai 10 ai 25 cm, sono formati da fiori arrotolati all’indietro per più di metà della loro lunghezza.

Coltivazione e moltiplicazione delle dalie da bordura

Le radici tuberizzate delle dalie estratte dal terreno in autunno e conservate al riparo dal gelo durante l’inverno, possono essere ripiantate così come sono nella primavera successiva per ottenere una nuova fioritura. Le “ceppe” si piantano direttamente a dimora a una decina di cm di profondità, una volta passato il rischio di gelate tardive, per cui il periodo in cui vanno piantate può variare da regione a regione, in base all’andamento climatico. Le dalie da bordura si moltiplicano per divisione delle “ceppe”, metodo più semplice e anche più sicuro, oppure per talea.

La divisione delle radici tuberizzate è una pratica assai semplice e consente di ottenere piante che fioriscono prima di quelle moltiplicate per talea. In marzo si mettono in vegetazione le radici tuberizzate piantandole in cassette contenenti sabbia e torba in parti uguali, avendo cura di lasciare il colletto delle radici dal miscuglio che deve essere mantenuto costantemente umido. Le cassette vanno conservate al riparo dal gelo in ambiente luminoso. Nel giro di 2-3 settimane le gemme del colletto si ingrosseranno e a questo punto si procede alla divisione delle radici tuberizzate, utilizzando un coltello affilato, facendo in modo che ogni porzione sia dotata di una gemma. Dopo aver spolverato le superfici di taglio con un prodotto anticrittogamico per impedire eventuali attacchi di funghi parassiti, si piantano a dimora queste porzioni di radici e da ognuna di esse si svilupperà una nuova pianta in gradi di fiorire nell’anno.

La cura delle dalie da bordura
Le dalie da bordura sono molto più esigenti delle dalie da aiuola e richiedono alcune cure particolari quali il tutoraggio, la cimatura, e l’asportazione dei boccioli floreali o sbottonatura.

Il tutoraggio: le dalie da bordura, vista la loro altezza, hanno bisogno di essere sostenute mediante tutore che può essere un bastone di legno, di bambù o anche di ferro, quest’ultimo meno bello a vedersi. Va piantato prime di mettere a dimora le radici tuberizzate perché, qualora lo si facesse successivamente alla piantagione, si potrebbe correre il rischio di danneggiare gli organi sotterranei della pianta, e inoltre deve essere più basso di qualche decina di centimetri della pianta una volta raggiunta la sua massima altezza. La pianta va legata al tutore senza stringere troppo. In seguito alle cimature, una volta che la pianta avrà assunto un aspetto cespuglioso, si possono sostenere i diversi fusti che si originano dalla stessa “ceppa” cingendoli tutti insieme con dei giri di spago, meglio se di rafia.

La cimatura: circa un mese dopo la messa a dimora delle radici tuberizzate, si cimano i germogli principali al di sopra del 3° o 4° paio di foglie. In questo modo le gemme che si trovano all’ascella di queste foglie si schiudono originando dei germogli. Il germoglio cimato si ramifica così in 3-4 vigorose ramificazioni laterali.

L’asportazione dei boccioli florali o sbottonatura:
volendo ottenere una pianta alta con fiori particolarmente grossi piuttosto che una pianta dal portamento cespuglioso, bisogna recidere tutti i germogli laterali che si formano dalle ramificazioni principali ed eseguire la sbottonatura. Ogni ramificazione porta tre boccioli florali, di cui uno apicale e, poco sotto, due più piccoli. Quello apicale si conserva, mentre vanno asportati i due laterali. Se invece si vuole ottenere una fioritura molto più abbondante, anche se a scapito della dimensione dei fiori, si asportano i boccioli florali apicali e si conservano solo quelli laterali.

Estirpazione delle “ceppe” e loro conservazione invernale
In autunno, alle prime gelate, si tagliano le piante a 15 cm dal terreno, si scava un solco laterale al fusto principale e, con una vanga, si di9ssotterrano le ceppe facendo attenzione a non danneggiarle. Si mettono quindi ad asciugare, capovolte a testa in giù, per una settimana, dopo di che si ripuliscono accuratamente e si conservano in un ambiente fresco in cassette contenenti torba umida che però non deve mai coprire il colletto, in modo che non avvizziscano. Vanno poi controllate con una certa regolarità, di tanto in tanto, eliminando le “ceppe” malate, mentre quelle che appaiono avvizzite si mettono a bagno in acqua per una notte, dopo di che le si fanno asciugare prima di riporle nuovamente nelle cassette.

Dalie da aiuola
Più basse delle dalie da bordura, massimo 30-50 cm di altezza, hanno capolini più piccoli, tra i 5 e i 7 cm di diametro, che possono essere bianchi, gialli, rosa, rossi, lilla, e sbocciano da luglio fino alle prime gelate. Si tratta di piante annuali che si riproducono per seme, ma conviene acquistarle già pronte alla fioritura presso i vivai.
Le dalie da aiuola non richiedono cure particolari, se non quella di tagliare i fiori una volta appassiti, in modo da stimolare la pianta a pr9odurne sempre di nuovi.

Parassiti e malattie
Tutte le specie di dalie, sia quelle da bordura che quelle da aiuola, possono essere infestate a qualsiasi stadio della crescita da alcuni parassiti e possono essere attaccate da virus e colpite da marciumi e muffe.

Parassiti animali: oltre agli afidi, le dalie possono essere attaccate dalle forbicine, il loro principale nemico. Questi piccoli insetti sembrano infatti avere una particolare predilezione per le dalie, di cui mangiano foglie e fiori. Generalmente le forbicine sono attive di notte, mentre di giorno se ne restano nascoste tra foglie e fiori. Raramente i loro attacchi sono così massicci da richiedere l’uso di insetticidi e spesso si riesce ad eliminarle ricorrendo a delle trappole fatte di straccetti o di vasetti riempiti di carta. Queste trappole, che vanno appese in cima al tutore, attirano le forbicine in modo particolare, per cui è sufficiente, al mattino raccogliere gli straccetti o la carta ed eliminare le forbicine che vi si sono rifugiate.

Parassiti vegetali: i virus che con maggiore frequenza colpiscono le dalie sono il virus del mosaico del cetriolo e il virus del mosaico latente della patata che rallentano la crescita delle piante e formano macchie e anelli giallo-bruni sulle foglie. La muffa grigia provoca la marcescenza delle gemme e dei capolini delle piante adulte. Il marciume molle colpisce i fusti che si coprono di una lanuggine bianca con piccoli corpi neri e provoca la morte delle giovani piante.


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Eschscholzia (Escolzia)

Eschscholzia (Escolzia), genere di 10 specie di piante annuali e perenni, con fiori molto appariscenti, simili a quelli del Papavero, che tendono a chiudersi quando la temperatura si abbassa e quando il cielo è coperto. ........

Dimorfotèca (Dimorphoteca)
La Dimorfotèca (Dimorphoteca) originaria dell'Africa del sud, comprende circa 20 specie ed è una pianta erbacea, eretta o prostrata, perenne o annuale. Le foglie sono alternate oppure riunite alla base ........

Actaea

Actaea, genere di circa 10 specie di piante erbacee, perenni, rustiche, adatte per il giardino roccioso, le bordure e il sottobosco.
Queste piante crescono bene nei terreni ricchi di sostanza organica, in posizioni ombreggiate. ........

Celosia

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Duranta
La Duranta è un arbusto originario dell'America Centrale e Meridionale, delicata e comprende circa 36 specie. Ls specie descritta è adatta ad essere coltivata all'aperto nelle zone a clima mite dell'Italia ........

 

 

Ricetta del giorno
Frittata con pecorino toscano e pistacchi
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Maclura

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Cynoglossum, genere di 50-60 specie di piante erbacee perenni e biennali. Le specie descritte sono rustiche e adatte per la coltivazione nelle aiuole e nelle bordure.
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Magnòlia (Magnolia)

La Magnòlia (Magnolia), originaria dell'Asia, America, Antille e Filippine comprende circa 80 specie ed è un Albero o arbusto a foglia sempreverde o caduca.
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Aechmea

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Ricetta del giorno
Scorze di limone caramellate
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Le dalie, da bordura o da aiuola, sono le regine dell'estate freccevenerdì 21 aprile 2017

La dalia, la regina dell'estate, è una pianta di origine messicana, che comprende numerose specie e moltissime varietà, dai fiori molto diversi per colore, forma e dimensioni. Le varietà vengono suddivise in due grandi gruppi: dalie da bordura e dalie da aiuola. La differenza fondamentale fra i due gruppi è che mentre le dalie da bordura si coltivano come fiori perenni, le dalie da aiuola si coltivano come annuali. Le dalie crescono bene in posizioni soleggiate e aperte e in terreno di medio impasto, ovvero né troppo leggeri né troppo pesanti, e ricchi di sostanza organica. Prima della piantagione, il terreno va lavorato profondamente e arricchito con letame o comunque con del concime organico. Tutti i tipi di dalia sono molto esigenti in fatto di acqua: durante l’estate vanno sempre abbondantemente annaffiate.

Dalie da bordura
Tutte le varietà sono piuttosto alte, vanno infatti dai 70 cm fino a 1,5 m, e sono adatte sia per decorare il giardino che per produrre fiori da taglio. Posseggono un organo sotterraneo ingrossato, comunemente detto “ceppa” che è in sostanza una radice tuberizzata in gradi di produrre fiori ogni anno, come del resto accade anche per tutte le bulbose. Tutte le varietà fioriscono in abbondanza e incessantemente da luglio fino ai primi geli. A seconda della forma del fiore le dalie da bordura vengono distinte in vari gruppi.

Dalie decorative: i fiori, leggermente appuntiti e ritorti, sono disposti a raggiera a formare dei capolini senza disco centrale che hanno un diametro che varia dai 25 ai 10 cm. Esistono varietà, e sono davvero tante, bianche, gialle, rosa, rosse, arancio, bicolori, bianco e rosso, e così via.
Dalie a palla: il capolino è a forma di palla, del diametro che va dagli 8 ai 15 cm, e i singoli fiori, petaloidei, hanno l’apice smussato. Esistono varietà con bellissime sfumature di colore.
Dalie pompon: simili alle dalie a palla, ma con i capolini più globosi e di dimensioni inferiori, circa 5 cm.
Dalie cactus: i capolini, il cui diametro va dai 10 ai 25 cm, sono formati da fiori arrotolati all’indietro per più di metà della loro lunghezza.

Coltivazione e moltiplicazione delle dalie da bordura

Le radici tuberizzate delle dalie estratte dal terreno in autunno e conservate al riparo dal gelo durante l’inverno, possono essere ripiantate così come sono nella primavera successiva per ottenere una nuova fioritura. Le “ceppe” si piantano direttamente a dimora a una decina di cm di profondità, una volta passato il rischio di gelate tardive, per cui il periodo in cui vanno piantate può variare da regione a regione, in base all’andamento climatico. Le dalie da bordura si moltiplicano per divisione delle “ceppe”, metodo più semplice e anche più sicuro, oppure per talea.

La divisione delle radici tuberizzate è una pratica assai semplice e consente di ottenere piante che fioriscono prima di quelle moltiplicate per talea. In marzo si mettono in vegetazione le radici tuberizzate piantandole in cassette contenenti sabbia e torba in parti uguali, avendo cura di lasciare il colletto delle radici dal miscuglio che deve essere mantenuto costantemente umido. Le cassette vanno conservate al riparo dal gelo in ambiente luminoso. Nel giro di 2-3 settimane le gemme del colletto si ingrosseranno e a questo punto si procede alla divisione delle radici tuberizzate, utilizzando un coltello affilato, facendo in modo che ogni porzione sia dotata di una gemma. Dopo aver spolverato le superfici di taglio con un prodotto anticrittogamico per impedire eventuali attacchi di funghi parassiti, si piantano a dimora queste porzioni di radici e da ognuna di esse si svilupperà una nuova pianta in gradi di fiorire nell’anno.

La cura delle dalie da bordura
Le dalie da bordura sono molto più esigenti delle dalie da aiuola e richiedono alcune cure particolari quali il tutoraggio, la cimatura, e l’asportazione dei boccioli floreali o sbottonatura.

Il tutoraggio: le dalie da bordura, vista la loro altezza, hanno bisogno di essere sostenute mediante tutore che può essere un bastone di legno, di bambù o anche di ferro, quest’ultimo meno bello a vedersi. Va piantato prime di mettere a dimora le radici tuberizzate perché, qualora lo si facesse successivamente alla piantagione, si potrebbe correre il rischio di danneggiare gli organi sotterranei della pianta, e inoltre deve essere più basso di qualche decina di centimetri della pianta una volta raggiunta la sua massima altezza. La pianta va legata al tutore senza stringere troppo. In seguito alle cimature, una volta che la pianta avrà assunto un aspetto cespuglioso, si possono sostenere i diversi fusti che si originano dalla stessa “ceppa” cingendoli tutti insieme con dei giri di spago, meglio se di rafia.

La cimatura: circa un mese dopo la messa a dimora delle radici tuberizzate, si cimano i germogli principali al di sopra del 3° o 4° paio di foglie. In questo modo le gemme che si trovano all’ascella di queste foglie si schiudono originando dei germogli. Il germoglio cimato si ramifica così in 3-4 vigorose ramificazioni laterali.

L’asportazione dei boccioli florali o sbottonatura:
volendo ottenere una pianta alta con fiori particolarmente grossi piuttosto che una pianta dal portamento cespuglioso, bisogna recidere tutti i germogli laterali che si formano dalle ramificazioni principali ed eseguire la sbottonatura. Ogni ramificazione porta tre boccioli florali, di cui uno apicale e, poco sotto, due più piccoli. Quello apicale si conserva, mentre vanno asportati i due laterali. Se invece si vuole ottenere una fioritura molto più abbondante, anche se a scapito della dimensione dei fiori, si asportano i boccioli florali apicali e si conservano solo quelli laterali.

Estirpazione delle “ceppe” e loro conservazione invernale
In autunno, alle prime gelate, si tagliano le piante a 15 cm dal terreno, si scava un solco laterale al fusto principale e, con una vanga, si di9ssotterrano le ceppe facendo attenzione a non danneggiarle. Si mettono quindi ad asciugare, capovolte a testa in giù, per una settimana, dopo di che si ripuliscono accuratamente e si conservano in un ambiente fresco in cassette contenenti torba umida che però non deve mai coprire il colletto, in modo che non avvizziscano. Vanno poi controllate con una certa regolarità, di tanto in tanto, eliminando le “ceppe” malate, mentre quelle che appaiono avvizzite si mettono a bagno in acqua per una notte, dopo di che le si fanno asciugare prima di riporle nuovamente nelle cassette.

Dalie da aiuola
Più basse delle dalie da bordura, massimo 30-50 cm di altezza, hanno capolini più piccoli, tra i 5 e i 7 cm di diametro, che possono essere bianchi, gialli, rosa, rossi, lilla, e sbocciano da luglio fino alle prime gelate. Si tratta di piante annuali che si riproducono per seme, ma conviene acquistarle già pronte alla fioritura presso i vivai.
Le dalie da aiuola non richiedono cure particolari, se non quella di tagliare i fiori una volta appassiti, in modo da stimolare la pianta a pr9odurne sempre di nuovi.

Parassiti e malattie
Tutte le specie di dalie, sia quelle da bordura che quelle da aiuola, possono essere infestate a qualsiasi stadio della crescita da alcuni parassiti e possono essere attaccate da virus e colpite da marciumi e muffe.

Parassiti animali: oltre agli afidi, le dalie possono essere attaccate dalle forbicine, il loro principale nemico. Questi piccoli insetti sembrano infatti avere una particolare predilezione per le dalie, di cui mangiano foglie e fiori. Generalmente le forbicine sono attive di notte, mentre di giorno se ne restano nascoste tra foglie e fiori. Raramente i loro attacchi sono così massicci da richiedere l’uso di insetticidi e spesso si riesce ad eliminarle ricorrendo a delle trappole fatte di straccetti o di vasetti riempiti di carta. Queste trappole, che vanno appese in cima al tutore, attirano le forbicine in modo particolare, per cui è sufficiente, al mattino raccogliere gli straccetti o la carta ed eliminare le forbicine che vi si sono rifugiate.

Parassiti vegetali: i virus che con maggiore frequenza colpiscono le dalie sono il virus del mosaico del cetriolo e il virus del mosaico latente della patata che rallentano la crescita delle piante e formano macchie e anelli giallo-bruni sulle foglie. La muffa grigia provoca la marcescenza delle gemme e dei capolini delle piante adulte. Il marciume molle colpisce i fusti che si coprono di una lanuggine bianca con piccoli corpi neri e provoca la morte delle giovani piante.


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