articolo Il mondo animale
Pipistrelli in città: la storia della piccola Nowaki freccegiovedì 26 settembre 2013  



Oggi vi raccontiamo la storia a lieto fino di un animaletto non proprio usuale: una piccola pipistrella! La piccola Nowaki (in foto), così è stata chiamata dai volontari che l’hanno soccorsa e salvata, è una giovane pipistrellina trovata questa estate in strada a Roma, ferita dopo l’aggressione di un gatto. Un ragazzo l’ha vista e, invece di andarsene inorridito davanti alla sua vista (i pipistrelli, purtroppo, non piacciono molto alla maggior parte delle persone!), si è fermato e l’ha raccolta, preoccupandosi di metterla in salvo!

La piccola Nowaki non stava affatto bene: portata da un veterinario, le sono stati diagnosticati la foratura del patagio (membrana di sottile tessuto cutaneo elastico, che supporta il volo) e dell’uropatagio (membrana che si estende tra gli arti inferiori) e aveva entrambe le ali ridotte a brandelli (i gatti, si sa, con le loro prede non sono proprio teneri!). La piccola Nowaki, dopo la visita, è stata ospitata dalla volontaria Ottavia che, come tante altre persone appassionate di animali, si occupa di salvare e curare animali in difficoltà.

Dopo una settimana dal suo ritrovamento, la pipistrella era guarita! Ha dimostrato una capacità di recupero dal trauma subito veramente velocissima, facendo così conoscere il suo caratterino grintoso e intraprendente: Nowaki voleva vivere! Ma l’amore e l’attenzione che i volontari animalisti hanno per i loro protetti va ben oltre: la pipistrella è stata sottoposta a vere e proprie “prove di volo”, per poter avere la certezza assoluta che, una volta tornata in libertà, potesse volare bene e non correre rischi inutili!

Alla prima “prova” la grintosa Nowaki spicca subito il volo! Ecco i commenti a caldo di Ottavia, la volontaria che l’ha curata: “Non ho nè foto nè video, è stato tutto talmente veloce che è stato impossibile immortalarlo. Dopo dieci minuti di stasi, proprio quando pensavamo di rimandare a domani, Nowaki ha spiccato il volo. E che volo! Ora è libera, faceva i giri sopra le nostre teste, a modo suo mi ha salutato. Alla faccia di tutti i "Ma chi te lo fa fa'" e delle sveglie notturne. Vedere un animale dato all'inizio (quasi) per spacciato riprendersi la propria libertà non ha prezzo! Buona vita Nowaki e occhio ai gatti!". Una storia a lieto fine, una delle tante che costellano l’attività, faticosissima ma di grande soddisfazione, dei volontari animalisti! Perché abbiamo voluto raccontare la storia di un pipistrello?

Ci piacerebbe che la sensibilità per gli animali si dimostrasse anche nei confronti di animali “atipici” e poco comuni, soprattutto verso quelli che, nel pensare comune, sono brutti, pericolosi e portano malattie. I chirotteri, detti comunemente pipistrelli, popolano ormai anche le nostre città e non è difficile incontrare nel loro volo zigzagante, nelle calde nottate estive. Sono mammiferi placentati, in grado di volare perché dotati di una struttura similare alle ali degli uccelli, costituita da una membrana vascolarizzata e molto fine, che permette all’animale di planare e volare con delle vere e proprie strutture alari.

Il loro corpo è ricoperto da una fitta pelliccia e sono dotati di grosse orecchie che hanno funzione di radar per captare le onde prodotte dall’ambiente circostante. I pipistrelli vivono di notte, il giorno si rifugiano in ambienti chiusi, bui e protetti (caverne, cavità di alberi, anfratti tra la vegetazione e, in contesti cittadini, in edifici o simili). Cacciano per alimentarsi e hanno una dieta estremamente variegata: insetti, frutta, polline e nettare, piccoli animali come uccelli, e piccoli pesci. Sono animali molto utili, poiché predano moltissimi insetti nocivi e fastidiosi (le zanzare!) e contribuiscono all’impollinazione di moltissime specie vegetali.

La considerazione dell’uomo per questi animali è, purtroppo, in alcuni casi dispregiativa: mentre per alcune culture i pipistrelli sono considerati sacri, per altre (come quella romana e cristiana) questi animali sono considerati come l’incarnazione del diavolo e sono associati, per le loro abitudini notturne, a esseri malefici e pericolosi. Purtroppo queste credenze popolari hanno reso il pipistrello un animale temuto e disprezzato, senza calcolarne le numerose qualità e pregi e, soprattutto, senza considerarne l’utilità e l’indole innocua. 
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica  Innominati - vedi tutti gli articoli di Veronica  Innominati



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La piccola Nowaki non stava affatto bene: portata da un veterinario, le sono stati diagnosticati la foratura del patagio (membrana di sottile tessuto cutaneo elastico, che supporta il volo) e dell’uropatagio (membrana che si estende tra gli arti inferiori) e aveva entrambe le ali ridotte a brandelli (i gatti, si sa, con le loro prede non sono proprio teneri!). La piccola Nowaki, dopo la visita, è stata ospitata dalla volontaria Ottavia che, come tante altre persone appassionate di animali, si occupa di salvare e curare animali in difficoltà.

Dopo una settimana dal suo ritrovamento, la pipistrella era guarita! Ha dimostrato una capacità di recupero dal trauma subito veramente velocissima, facendo così conoscere il suo caratterino grintoso e intraprendente: Nowaki voleva vivere! Ma l’amore e l’attenzione che i volontari animalisti hanno per i loro protetti va ben oltre: la pipistrella è stata sottoposta a vere e proprie “prove di volo”, per poter avere la certezza assoluta che, una volta tornata in libertà, potesse volare bene e non correre rischi inutili!

Alla prima “prova” la grintosa Nowaki spicca subito il volo! Ecco i commenti a caldo di Ottavia, la volontaria che l’ha curata: “Non ho nè foto nè video, è stato tutto talmente veloce che è stato impossibile immortalarlo. Dopo dieci minuti di stasi, proprio quando pensavamo di rimandare a domani, Nowaki ha spiccato il volo. E che volo! Ora è libera, faceva i giri sopra le nostre teste, a modo suo mi ha salutato. Alla faccia di tutti i "Ma chi te lo fa fa'" e delle sveglie notturne. Vedere un animale dato all'inizio (quasi) per spacciato riprendersi la propria libertà non ha prezzo! Buona vita Nowaki e occhio ai gatti!". Una storia a lieto fine, una delle tante che costellano l’attività, faticosissima ma di grande soddisfazione, dei volontari animalisti! Perché abbiamo voluto raccontare la storia di un pipistrello?

Ci piacerebbe che la sensibilità per gli animali si dimostrasse anche nei confronti di animali “atipici” e poco comuni, soprattutto verso quelli che, nel pensare comune, sono brutti, pericolosi e portano malattie. I chirotteri, detti comunemente pipistrelli, popolano ormai anche le nostre città e non è difficile incontrare nel loro volo zigzagante, nelle calde nottate estive. Sono mammiferi placentati, in grado di volare perché dotati di una struttura similare alle ali degli uccelli, costituita da una membrana vascolarizzata e molto fine, che permette all’animale di planare e volare con delle vere e proprie strutture alari.

Il loro corpo è ricoperto da una fitta pelliccia e sono dotati di grosse orecchie che hanno funzione di radar per captare le onde prodotte dall’ambiente circostante. I pipistrelli vivono di notte, il giorno si rifugiano in ambienti chiusi, bui e protetti (caverne, cavità di alberi, anfratti tra la vegetazione e, in contesti cittadini, in edifici o simili). Cacciano per alimentarsi e hanno una dieta estremamente variegata: insetti, frutta, polline e nettare, piccoli animali come uccelli, e piccoli pesci. Sono animali molto utili, poiché predano moltissimi insetti nocivi e fastidiosi (le zanzare!) e contribuiscono all’impollinazione di moltissime specie vegetali.

La considerazione dell’uomo per questi animali è, purtroppo, in alcuni casi dispregiativa: mentre per alcune culture i pipistrelli sono considerati sacri, per altre (come quella romana e cristiana) questi animali sono considerati come l’incarnazione del diavolo e sono associati, per le loro abitudini notturne, a esseri malefici e pericolosi. Purtroppo queste credenze popolari hanno reso il pipistrello un animale temuto e disprezzato, senza calcolarne le numerose qualità e pregi e, soprattutto, senza considerarne l’utilità e l’indole innocua. 
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