articolo Uccelli
Come aiutare gli uccelli in difficoltà freccelunedì 15 ottobre 2012  



Sarà capitato a tutti, prima o poi, di trovare un uccellino in difficoltà perché caduto dal nido, tuttavia quando si fanno questi incontri, non bisogna avere fretta di raccoglierlo perché non è detto che potrebbe avere  bisogno d’aiuto. Molti uccelli, infatti, abbandonano il nidi prima di saper volare, ma vengono ancora seguiti e alimentati dai genitori.  Un esempio gli scriccioli che lasciano il nido molto presto, anche se poi continuano a frequentarlo per diverso tempo prima di allontanarsene definitivamente. Raccoglierli equivarrebbe a toglier loro cure sicuramente migliori e li allontanerebbe dal loro reale modello d’identità, perché gli uccelli allevati dall’uomo possono incontrare non poche difficoltà a condurre una vita libera.
Prima di raccoglierlo conviene, senza toccarlo, controllare a distanza, così da poter consentire ai genitori di avvicinarsi e si può intervenire solo dopo qualche ora, se i genitori non sono arrivati per prendersi cura di lui.

Prime valutazioni
Una volta raccolto un piccolo per prima cosa si valuta il suo stato di salute generale e il suo grado di sviluppo. Quando gli uccellini sono veramente piccoli, non sviluppati a sufficienza e ancora implumi, l’impresa è quasi disperata; quando invece sono impiumati, ben sviluppati e vitali, le probabilità di successo sono decisamente buone. Gli uccellini che sono vivaci, che si guardano intorno, che pigolano sono stati abbandonati da poco e quindi è trascorso poco tempo dall’ultima imbeccata. Quando invece faticano a muoversi, si gonfiano facendo la palla, tengono gli occhi chiusi e hanno le feci liquide, le probabilità di successo sono ridotte al lumicino.

Prime cure
La prima cosa da fare è quella di asciugare e riscaldare il piccolo. LO si asciuga delicatamente con un panno morbido e lo si avvolge ancora con un panno morbido e asciutto, prima di metterlo vicino, ma non troppo, ad una fonte di calore. La più indicata e la più facile da predisporre è una semplice lampadina, anche se con la scomparsa di quelle ad incandescenza il calore è decisamente minore. La testa dell’uccellino dovrà essere libera dal panno così che possa respirare e guardarsi intorno.
A questo punta bisogna stabilire di che uccellino si tratta in modo da adattarsi alle sue necessità alimentari. I granivori, che si cibano principalmente di semi, hanno un becco corto, arrotondato, ben sviluppato alla base. Gli insettivori, cacciatori di insetti, hanno un becco allungato, sottile, di grande apertura; il colore del palato è rosso per i granivori e giallo per gli insettivori.

Primo pasto
Il primo pasto deve essere somministrato subito e quindi avrà le caratteristiche di un intervento di emergenza poiché non è possibile rimandare la pappa. Il pasto dovrà essere sostanzioso e nutriente; un biscotto secco e bagnato in acqua per avere un pastoncino semisolido potrebbe andare bene.
Non tutti gli uccelli, però, beccheranno spontaneamente, e al tentativo di alimentarli, molti mostreranno una certa resistenza. Si dovrà allora fare in modo che aprano il becco esercitando una leggera pressione alla base di questo: con il mignolo si cercherà di introdurre un po’ di cibo nel becco, ma non come per i mammiferi, e cioè nelle fauci aspettando che l’inghiottano, ma piuttosto profondamente, quasi in gola. Non sempre le dimensioni di un dito consentono di svolgere al meglio questa operazione, per  cui si dovrà ricorrere ad un piccolo attrezzo arrotondato, a m’ di paletta,  oppure all’insostituibile siringa senza ago. L’alimento somministrato deve essere sempre umido perché oltre a nutrire l’uccellino dovrà soddisfare anche le sue esigenze in fatto di acqua.

Alimentazioni per granivori e insettivori
L’alimentazione per gli uccelli granivori deve essere basata su cereali e semi sfarinati. Si può acquistare un prodotto specifico oppure utilizzare semolino o mangime per pulcini integrati con uovo, ma soltanto il tuorlo. Per gli insettivori, senza voler ricorrere ad un prodotto specifico,  bisognerà ricorrere agli omogeneizzati a base di carne diluiti con un po’ d’acqua. Le larve di camola sono un ottimo completamento alla dieta. Possono essere acquistate in un negozio di articoli per la pesca e vanno conservate in frigo.
I piccoli devono essere alimentati durante il giorno una volta ogni ora e in modo abbondante fin quando non sono sazi. Bisogna essere consapevoli che si tratta di un impegno non di poco conto.

Quale casa
Dal nido,  se l’uccellino è molto piccolo, passerà presto ad una semplice scatola da scarpe foderata di carta da cambiare spesso, protetta superiormente da una rete per impedire che possa andarsene a spasso. La scatola non va posizionata a livello del pavimento, ma su di un tavolo e in un locale caldo e tranquillo. Dopo i primi tentativi di volo si potrà alloggiare in una gabbietta, meglio ancora in una voliera più grande, comunque si tratta di una sistemazione del tutto temporanea.

Il momento del volo

Cresciuto a sufficienza, arriva il momento della libertà. SI porta la gabbia in un posto tranquillo, con un paio di giorni d’anticipo, così che il piccolo si ambienti e quando il tempo è buono, al mattino, si apre la porta. Dopo la partenza del piccolo ospite si lascia ancora  del cibo nella gabbia aperta per qualche giorno.


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Sarà capitato a tutti, prima o poi, di trovare un uccellino in difficoltà perché caduto dal nido, tuttavia quando si fanno questi incontri, non bisogna avere fretta di raccoglierlo perché non è detto che potrebbe avere  bisogno d’aiuto. Molti uccelli, infatti, abbandonano il nidi prima di saper volare, ma vengono ancora seguiti e alimentati dai genitori.  Un esempio gli scriccioli che lasciano il nido molto presto, anche se poi continuano a frequentarlo per diverso tempo prima di allontanarsene definitivamente. Raccoglierli equivarrebbe a toglier loro cure sicuramente migliori e li allontanerebbe dal loro reale modello d’identità, perché gli uccelli allevati dall’uomo possono incontrare non poche difficoltà a condurre una vita libera.
Prima di raccoglierlo conviene, senza toccarlo, controllare a distanza, così da poter consentire ai genitori di avvicinarsi e si può intervenire solo dopo qualche ora, se i genitori non sono arrivati per prendersi cura di lui.

Prime valutazioni
Una volta raccolto un piccolo per prima cosa si valuta il suo stato di salute generale e il suo grado di sviluppo. Quando gli uccellini sono veramente piccoli, non sviluppati a sufficienza e ancora implumi, l’impresa è quasi disperata; quando invece sono impiumati, ben sviluppati e vitali, le probabilità di successo sono decisamente buone. Gli uccellini che sono vivaci, che si guardano intorno, che pigolano sono stati abbandonati da poco e quindi è trascorso poco tempo dall’ultima imbeccata. Quando invece faticano a muoversi, si gonfiano facendo la palla, tengono gli occhi chiusi e hanno le feci liquide, le probabilità di successo sono ridotte al lumicino.

Prime cure
La prima cosa da fare è quella di asciugare e riscaldare il piccolo. LO si asciuga delicatamente con un panno morbido e lo si avvolge ancora con un panno morbido e asciutto, prima di metterlo vicino, ma non troppo, ad una fonte di calore. La più indicata e la più facile da predisporre è una semplice lampadina, anche se con la scomparsa di quelle ad incandescenza il calore è decisamente minore. La testa dell’uccellino dovrà essere libera dal panno così che possa respirare e guardarsi intorno.
A questo punta bisogna stabilire di che uccellino si tratta in modo da adattarsi alle sue necessità alimentari. I granivori, che si cibano principalmente di semi, hanno un becco corto, arrotondato, ben sviluppato alla base. Gli insettivori, cacciatori di insetti, hanno un becco allungato, sottile, di grande apertura; il colore del palato è rosso per i granivori e giallo per gli insettivori.

Primo pasto
Il primo pasto deve essere somministrato subito e quindi avrà le caratteristiche di un intervento di emergenza poiché non è possibile rimandare la pappa. Il pasto dovrà essere sostanzioso e nutriente; un biscotto secco e bagnato in acqua per avere un pastoncino semisolido potrebbe andare bene.
Non tutti gli uccelli, però, beccheranno spontaneamente, e al tentativo di alimentarli, molti mostreranno una certa resistenza. Si dovrà allora fare in modo che aprano il becco esercitando una leggera pressione alla base di questo: con il mignolo si cercherà di introdurre un po’ di cibo nel becco, ma non come per i mammiferi, e cioè nelle fauci aspettando che l’inghiottano, ma piuttosto profondamente, quasi in gola. Non sempre le dimensioni di un dito consentono di svolgere al meglio questa operazione, per  cui si dovrà ricorrere ad un piccolo attrezzo arrotondato, a m’ di paletta,  oppure all’insostituibile siringa senza ago. L’alimento somministrato deve essere sempre umido perché oltre a nutrire l’uccellino dovrà soddisfare anche le sue esigenze in fatto di acqua.

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L’alimentazione per gli uccelli granivori deve essere basata su cereali e semi sfarinati. Si può acquistare un prodotto specifico oppure utilizzare semolino o mangime per pulcini integrati con uovo, ma soltanto il tuorlo. Per gli insettivori, senza voler ricorrere ad un prodotto specifico,  bisognerà ricorrere agli omogeneizzati a base di carne diluiti con un po’ d’acqua. Le larve di camola sono un ottimo completamento alla dieta. Possono essere acquistate in un negozio di articoli per la pesca e vanno conservate in frigo.
I piccoli devono essere alimentati durante il giorno una volta ogni ora e in modo abbondante fin quando non sono sazi. Bisogna essere consapevoli che si tratta di un impegno non di poco conto.

Quale casa
Dal nido,  se l’uccellino è molto piccolo, passerà presto ad una semplice scatola da scarpe foderata di carta da cambiare spesso, protetta superiormente da una rete per impedire che possa andarsene a spasso. La scatola non va posizionata a livello del pavimento, ma su di un tavolo e in un locale caldo e tranquillo. Dopo i primi tentativi di volo si potrà alloggiare in una gabbietta, meglio ancora in una voliera più grande, comunque si tratta di una sistemazione del tutto temporanea.

Il momento del volo

Cresciuto a sufficienza, arriva il momento della libertà. SI porta la gabbia in un posto tranquillo, con un paio di giorni d’anticipo, così che il piccolo si ambienti e quando il tempo è buono, al mattino, si apre la porta. Dopo la partenza del piccolo ospite si lascia ancora  del cibo nella gabbia aperta per qualche giorno.


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